Seconda edizione 2003 • segnalato premio Cassa Rurale prima

Spazio in movimento

Valeria Angela Gobber categoria

IL RACCONTO

Folla imbestialita

schiamazzi
pianti di bambini
risate isteriche di giovani ragazzine
turisti giapponesi
macchina fotografica digitale
e guida del mondo
napoletani rumorosi
hanno il sangue che brucia, loro

Non cambia mai questo treno / Espresso
Napoli – Milano delle 22:02
seconda classe

«Ma l’aria condizionata non funziona?»
« No, è guasta»

to – toc, to – toc, to – toc
rimbomba
nello scompartimento
la corsa
del treno
sui binari
tssk!
lattina di birra aperta dal tedesco
in Interrail

poi rotola
sul pavimento
lungo il corridoio
pochi metri
ecco il mio piede
e la raccolgo
cestino pieno che vomita incarti e scarti

Intanto
il mio bambino dorme
allungato
nei posti a sedere prenotati

Invece
come tutto è cambiato.

Come tutto è cambiato da quando salivo su questo treno
ragazza con la testa piena di sogni
sogni
di università lontane – Napoli Salamanca
di poesia
e utopie

un piede sulle montagne trentine
la testa nel golfo di Napoli
il cuore, quello sempre
anelava
a
isole
e
terre
lontane
dove tra pelle – occhi - racconti di vite irriconoscibili
scovavo me
o così credevo

quello che è stata la mia vita finora...
un immenso
spazio in
movimento

e il più delle volte
ci si muoveva
con il treno

Nice Ville – Paris – Magdeburg
treni sul punto di deragliare
ma sempre ben provvisti di immagini sacre di Madonne,
di immagini di sacre Madonne
e treni
che sfrecciano
nelle pianure del nord
tra i mulini a vento
e la pioggia a scrosci
vocina
di hostess
che cordiale
annuncia
la prossima fermata
luci rosse elettroniche
silenzio
aria condizionata
riviste&mappe di viaggio a ciascun passeggero

Immagini
di me
piccolina
con lo zaino della mamma
ed i pantaloni strappati
nel petto
il vigore di chi crede di cambiare il mondo
con dei versi
con una canzone
lo splendore di chi spicca balzi impossibili
dopo aver imbucato la sua prima
scheda elettorale
la dolcezza di chi è incantato dalla bellezza
il dolore di rapporti familiari
inconsueti ed intricati,
per lo più incompresi

Ora sorrido
il mio bambino
genio ribelle, naturalità in pieno sviluppo –
fascino selvatico
piedi scalzi e mani sporche di terra
capelli un po’ arruffati
impiastricciati
di
fango
raccontano
senza parole
il legame
incorruttibile
insinuato
tra la creatura
cresciuta
nel mio
grembo
e la madre
stessa
più saggia e
primordiale
di tutte le creature

Napoletani rumorosi
nostra nuova casa
un poeta accanto a noi
… spacca l’alba da lu mari,
ecco già lu soli affaccia,
e li tenebri discaccia
cu lu chiaru raggi so…